Osservatorio Giuridico

L’Osservatorio Giuridico nasce col precipuo intento di fornire un costante aggiornamento sull’elaborazione legislativa e giurisprudenziale in materia di parità di trattamento e divieto di discriminazione.


Nella presente sezione, pertanto, verranno pubblicate, di volta in volta, le novità giurisprudenziali e normative di interesse per la collettività.
I Colleghi tutti sono invitati a far pervenire contributi ed eventuali osservazioni ai componenti CPO delegati.


Avv. Alessandro Vicario (alessandro.vicario.avv@gmail.com)
Avv. Pasquale Sticco (pas.sticco@gmail.com).

Con la pronuncia n. 9006/2021, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno delineato i limiti del concetto di ordine pubblico internazionale rispetto alla conformità ad esso di atti formati all’estero, che rappresentano genesi ed attestazione di rapporti filiali tra coppie omosessuali e minori.

Il principio della parità di retribuzione sancito dall’articolo 157 TFUE può essere invocato direttamente dinanzi ai giudici nazionali (c.d. efficacia diretta) in una controversia basata su un lavoro di pari valore, svolto da lavoratori di sesso diverso aventi lo stesso datore di lavoro e presso stabilimenti diversi di detto datore di lavoro, giacché quest’ultimo costituisce un’unica fonte alla quale possono essere ricondotte le condizioni retributive dei lavoratori interessati.

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Con ordinanza n. 18 del 2021 la Corte Costituzionale ha disposto la trattazione innanzi a sé delle questioni di legittimità costituzionale dell’art. 262, comma 1, c.c., nella parte in cui, in mancanza di diverso accordo dei genitori, impone l’acquisizione alla nascita del cognome paterno, anziché dei cognomi di entrambi i genitori, in riferimento agli artt. 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione.

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Legittima l’ammissione al gratuito patrocinio della persona offesa da determinati reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale a prescindere dalle condizioni reddituali.

La Corte costituzionale, con sentenza n. 1 dell’11 gennaio 2021, ha promosso l’art. 76, comma 4-ter, d.P.R. n. 115 del 2002, nella parte in cui prevede l’ammissione automatica al patrocinio a spese dello Stato della persona offesa dai reati ivi previsti, indipendentemente dai limiti di reddito di cui al comma 1.

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 È ammesso il concorso tra i reati di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, non essendo configurabile un rapporto di specialità tra gli stessi, giacché diretti a tutelare beni diversi ed integrati, l’uno, dalla condotta di programmatici e continui maltrattamenti psico-fisici ai danni di familiari; l’altro, da quella di privare taluno della libertà personale.

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